Guidebook for Torino

Filippo
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Sightseeing

Il Museo egizio di Torino è considerato, per il valore dei reperti, il più importante del mondo dopo quello del Cairo ed è il più antico museo egizio del mondo. Il museo è stato, nel 2015, il settimo tra i siti statali italiani più visitati, con circa 773.000 visitatori paganti.
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埃及博物館
6 Via Accademia delle Scienze
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Il Museo egizio di Torino è considerato, per il valore dei reperti, il più importante del mondo dopo quello del Cairo ed è il più antico museo egizio del mondo. Il museo è stato, nel 2015, il settimo tra i siti statali italiani più visitati, con circa 773.000 visitatori paganti.
Il Palazzo Reale di Torino è la prima e più importante tra le residenze sabaude in Piemonte, teatro della politica del regno sabaudo per almeno tre secoli. È collocato nel cuore della città, nella Piazzetta Reale adiacente alla centralissima Piazza Castello, da cui si dipartono le principali arterie del centro storico: via Po, via Roma, via Garibaldi e via Pietro Micca. Rappresenta il cuore della corte sabauda, simbolo del potere della dinastia e, congiuntamente alle altre dimore reali della cintura torinese, come la reggia di Venaria Reale, la Palazzina di caccia di Stupinigi o il castello del Valentino, è parte integrante dei beni dichiarati dall'Unesco quali Patrimonio dell'Umanità. Nel 2013 il circuito museale di palazzo Reale, Galleria Sabauda, Armeria Reale e Museo di antichità è stato il ventiseiesimo sito statale italiano più visitato, con 229.534 visitatori.
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都靈皇宮
1 Piazzetta Reale
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Il Palazzo Reale di Torino è la prima e più importante tra le residenze sabaude in Piemonte, teatro della politica del regno sabaudo per almeno tre secoli. È collocato nel cuore della città, nella Piazzetta Reale adiacente alla centralissima Piazza Castello, da cui si dipartono le principali arterie del centro storico: via Po, via Roma, via Garibaldi e via Pietro Micca. Rappresenta il cuore della corte sabauda, simbolo del potere della dinastia e, congiuntamente alle altre dimore reali della cintura torinese, come la reggia di Venaria Reale, la Palazzina di caccia di Stupinigi o il castello del Valentino, è parte integrante dei beni dichiarati dall'Unesco quali Patrimonio dell'Umanità. Nel 2013 il circuito museale di palazzo Reale, Galleria Sabauda, Armeria Reale e Museo di antichità è stato il ventiseiesimo sito statale italiano più visitato, con 229.534 visitatori.
Palazzo Madama e Casaforte degli Acaja è un complesso architettonico e storico situato nella centrale piazza Castello a Torino. È patrimonio mondiale dell'umanità UNESCO, come parte del sito seriale Residenze Sabaude. Nel palazzo ha sede il Museo civico d'arte antica. Si tratta di un connubio di duemila anni di Storia di Torino, da antichissima porta orientale della colonia romana di Julia Augusta Taurinorum a Casaforte difensiva, quindi a Castello vero e proprio, simbolo del potere sabaudo fino almeno al XVI secolo, quando venne preferito l'attuale Palazzo Reale, come sede dei duca di Savoia. La parte occidentale del primo complesso medioevale, fu poi chiamato Palazzo Madama perché fu dapprima abitato da Madama Cristina di Borbone-Francia, detta la prima Madama Reale, nel periodo 1620-1663 circa, quindi da Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, detta la seconda Madama Reale, nel periodo 1666-1724. Fu per quest'ultima che l'attuale facciata fu disegnata, nel 1716-1718, dall'architetto di corte Filippo Juvarra.
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瑪達瑪皇宮
Piazza Castello
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Palazzo Madama e Casaforte degli Acaja è un complesso architettonico e storico situato nella centrale piazza Castello a Torino. È patrimonio mondiale dell'umanità UNESCO, come parte del sito seriale Residenze Sabaude. Nel palazzo ha sede il Museo civico d'arte antica. Si tratta di un connubio di duemila anni di Storia di Torino, da antichissima porta orientale della colonia romana di Julia Augusta Taurinorum a Casaforte difensiva, quindi a Castello vero e proprio, simbolo del potere sabaudo fino almeno al XVI secolo, quando venne preferito l'attuale Palazzo Reale, come sede dei duca di Savoia. La parte occidentale del primo complesso medioevale, fu poi chiamato Palazzo Madama perché fu dapprima abitato da Madama Cristina di Borbone-Francia, detta la prima Madama Reale, nel periodo 1620-1663 circa, quindi da Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, detta la seconda Madama Reale, nel periodo 1666-1724. Fu per quest'ultima che l'attuale facciata fu disegnata, nel 1716-1718, dall'architetto di corte Filippo Juvarra.
La Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino (anche conosciuta come GAM Torino) si trova in via Magenta 31 a Torino, in Italia. Fu fondata attorno al 1891-95. Ospita le collezioni artistiche permanenti dell'Ottocento e del Novecento. Fa parte della Fondazione Torino Musei, che comprende anche il MAO (Museo d'arte orientale), Palazzo Madama (Museo civico d'arte antica), il Borgo e la Rocca medioevali.
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都市現代藝術畫廊
31 Via Magenta
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La Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino (anche conosciuta come GAM Torino) si trova in via Magenta 31 a Torino, in Italia. Fu fondata attorno al 1891-95. Ospita le collezioni artistiche permanenti dell'Ottocento e del Novecento. Fa parte della Fondazione Torino Musei, che comprende anche il MAO (Museo d'arte orientale), Palazzo Madama (Museo civico d'arte antica), il Borgo e la Rocca medioevali.
Via Roma è la via più imponente e una delle vie principali del centro storico di Torino. Unisce la centralissima piazza Castello alla storica stazione di Porta Nuova e comprende lungo il suo percorso piazza C.L.N. e la celebre piazza San Carlo, terminando in piazza Carlo Felice. Orientata sull'asse nord-sud, essa percorre parallelamente il reticolo di impostazione romana dell'antica Julia Augusta Taurinorum.
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Via Roma
Via Roma
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Via Roma è la via più imponente e una delle vie principali del centro storico di Torino. Unisce la centralissima piazza Castello alla storica stazione di Porta Nuova e comprende lungo il suo percorso piazza C.L.N. e la celebre piazza San Carlo, terminando in piazza Carlo Felice. Orientata sull'asse nord-sud, essa percorre parallelamente il reticolo di impostazione romana dell'antica Julia Augusta Taurinorum.
Piazza San Carlo è una delle più importanti piazze di Torino; può essere definita come il salotto del capoluogo piemontese. Lunga 168 metri e larga 76, la piazza ha una superficie di 12.768 metri quadrati; è inserita all'interno dell'asse viario di Via Roma, che la collega a Piazza Castello e a Piazza Carlo Felice. Nel corso della storia ha preso i nomi di piazza Reale, piazza d'Armi e poi, nel periodo napoleonico, place Napoléon. Dal 1618, è dedicata a san Carlo Borromeo, come una delle due chiese gemelle, il santo Arcivescovo di Milano che ebbe per la Sindone una particolare devozione. Emanuele Filiberto infatti fece portare il Sacro Lino a Torino nel 1578 per abbreviare il pellegrinaggio che, a piedi, Carlo Borromeo avrebbe dovuto condurlo a Chambéry per venerarlo. È consueto palcoscenico di diversi avvenimenti storici e sociali, tra cui i comizi elettorali, concerti, manifestazioni, dirette televisive (durante i XX Giochi olimpici invernali del 2006, la Tv americana NBC ne fece il palcoscenico dei suoi collegamenti live), vertenze sindacali, festeggiamenti dei trionfi sportivi della società calcistica Juventus. In questa piazza, in occasione dell'Ostensione della Sindone, la mattina del 2 maggio 2010 il papa Benedetto XVI ha incontrato la cittadinanza di Torino ed ha celebrato la messa; nel pomeriggio, il pontefice ha presieduto l'incontro con i giovani piemontesi, prima di recarsi al Duomo di Torino, per venerare la Santa Sindone, e successivamente alla Piccola Casa della Divina Provvidenza.
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聖卡洛廣場
161 P.za S. Carlo
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Piazza San Carlo è una delle più importanti piazze di Torino; può essere definita come il salotto del capoluogo piemontese. Lunga 168 metri e larga 76, la piazza ha una superficie di 12.768 metri quadrati; è inserita all'interno dell'asse viario di Via Roma, che la collega a Piazza Castello e a Piazza Carlo Felice. Nel corso della storia ha preso i nomi di piazza Reale, piazza d'Armi e poi, nel periodo napoleonico, place Napoléon. Dal 1618, è dedicata a san Carlo Borromeo, come una delle due chiese gemelle, il santo Arcivescovo di Milano che ebbe per la Sindone una particolare devozione. Emanuele Filiberto infatti fece portare il Sacro Lino a Torino nel 1578 per abbreviare il pellegrinaggio che, a piedi, Carlo Borromeo avrebbe dovuto condurlo a Chambéry per venerarlo. È consueto palcoscenico di diversi avvenimenti storici e sociali, tra cui i comizi elettorali, concerti, manifestazioni, dirette televisive (durante i XX Giochi olimpici invernali del 2006, la Tv americana NBC ne fece il palcoscenico dei suoi collegamenti live), vertenze sindacali, festeggiamenti dei trionfi sportivi della società calcistica Juventus. In questa piazza, in occasione dell'Ostensione della Sindone, la mattina del 2 maggio 2010 il papa Benedetto XVI ha incontrato la cittadinanza di Torino ed ha celebrato la messa; nel pomeriggio, il pontefice ha presieduto l'incontro con i giovani piemontesi, prima di recarsi al Duomo di Torino, per venerare la Santa Sindone, e successivamente alla Piccola Casa della Divina Provvidenza.
Il museo nasce nel 1961 in occasione della celebrazione del centenario dell'unità d'Italia. Le origini del museo sono da farsi risalire alla figura e all'azione del Generale di Brigata Guido Amoretti il quale, osservando i lavori per la costruzione delle fondamenta di un edificio nei pressi del suo ufficio nell'area di edificazione della Cittadella di Torino, vide venire alla luce alcune gallerie. Scoprì, inoltre, che altre gallerie erano state usate nel corso della seconda guerra mondiale come rifugi antiaerei. L'accesso alle gallerie era attraverso le cantine di alcuni palazzi della zona. Si scoprì un fitto labirinto di gallerie sotterranee che si estendeva al di fuori della Cittadella in corrispondenza del bastione del soccorso in direzione della campagna. Questo reticolo era funzionale alla difesa della Cittadella le gallerie permettevano di raggiungere le cosiddette gallerie di contromina, stivate con esplosivo, affinché deflagrassero così da creare voragini e interrompere o rallentare infine l'avanzata degli eventuali aggressori. La rete comprendeva delle gallerie chiamate capitali che si estendevano radialmente verso l'esterno ed erano a loro volta distinte in capitali alte e capitali basse, sovrapposte come erano le une alle altre; una galleria magistrale riuniva le capitali alte correndo esterna al fossato. Un'altra serie di cunicoli era dato dalle gallerie secondarie che si diramavano dalle precedenti per coprire una vasta area. Infine, piccoli tratti di galleria ad altezza più contenuta venivano utilizzati per raggiungere i singoli fornelli (o galleria di contromina come già scritto) predisposti per lo scoppio dell'esplosivo. Le gallerie furono uno dei principali motivi di vittoria sui francesi durante l'Assedio di Torino del 1706 grazie anche al sacrificio eroico di Pietro Micca il quale diede fuoco alla miccia di una carica esplosiva in galleria impedendo ai francesi di penetrare nei sotterranei.
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皮耶特羅·米卡市政博物館和1706年都靈圍城戰
7a Via Francesco Guicciardini
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Il museo nasce nel 1961 in occasione della celebrazione del centenario dell'unità d'Italia. Le origini del museo sono da farsi risalire alla figura e all'azione del Generale di Brigata Guido Amoretti il quale, osservando i lavori per la costruzione delle fondamenta di un edificio nei pressi del suo ufficio nell'area di edificazione della Cittadella di Torino, vide venire alla luce alcune gallerie. Scoprì, inoltre, che altre gallerie erano state usate nel corso della seconda guerra mondiale come rifugi antiaerei. L'accesso alle gallerie era attraverso le cantine di alcuni palazzi della zona. Si scoprì un fitto labirinto di gallerie sotterranee che si estendeva al di fuori della Cittadella in corrispondenza del bastione del soccorso in direzione della campagna. Questo reticolo era funzionale alla difesa della Cittadella le gallerie permettevano di raggiungere le cosiddette gallerie di contromina, stivate con esplosivo, affinché deflagrassero così da creare voragini e interrompere o rallentare infine l'avanzata degli eventuali aggressori. La rete comprendeva delle gallerie chiamate capitali che si estendevano radialmente verso l'esterno ed erano a loro volta distinte in capitali alte e capitali basse, sovrapposte come erano le une alle altre; una galleria magistrale riuniva le capitali alte correndo esterna al fossato. Un'altra serie di cunicoli era dato dalle gallerie secondarie che si diramavano dalle precedenti per coprire una vasta area. Infine, piccoli tratti di galleria ad altezza più contenuta venivano utilizzati per raggiungere i singoli fornelli (o galleria di contromina come già scritto) predisposti per lo scoppio dell'esplosivo. Le gallerie furono uno dei principali motivi di vittoria sui francesi durante l'Assedio di Torino del 1706 grazie anche al sacrificio eroico di Pietro Micca il quale diede fuoco alla miccia di una carica esplosiva in galleria impedendo ai francesi di penetrare nei sotterranei.
La Mole Antonelliana, simbolo architettonico di Torino, fu iniziata dall’architetto novarese Alessandro Antonelli nel 1863. Concepita originariamente come sinagoga, venne acquisita nel 1878 dal Comune di Torino, mentre era ancora in costruzione, per farne un monumento all’unità nazionale. Con un'altezza di 167,5 metri, la Mole è l'edificio più imponente del centro urbano di Torino e per molto tempo venne considerata anche la costruzione in muratura più alta d'Europa, anche se nel corso del Novecento venne più volte ristrutturata e rinforzata con cemento armato e travi d'acciaio. Oltre ad essere un punto panoramico d’eccellenza, dal 2000 è sede del Museo Nazionale del Cinema di Torino, il primo museo del cinema al mondo, un luogo speciale e unico nel suo genere.
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Via Montebello
Via Montebello
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La Mole Antonelliana, simbolo architettonico di Torino, fu iniziata dall’architetto novarese Alessandro Antonelli nel 1863. Concepita originariamente come sinagoga, venne acquisita nel 1878 dal Comune di Torino, mentre era ancora in costruzione, per farne un monumento all’unità nazionale. Con un'altezza di 167,5 metri, la Mole è l'edificio più imponente del centro urbano di Torino e per molto tempo venne considerata anche la costruzione in muratura più alta d'Europa, anche se nel corso del Novecento venne più volte ristrutturata e rinforzata con cemento armato e travi d'acciaio. Oltre ad essere un punto panoramico d’eccellenza, dal 2000 è sede del Museo Nazionale del Cinema di Torino, il primo museo del cinema al mondo, un luogo speciale e unico nel suo genere.
Piazza Vittorio Veneto (detta semplicemente piazza Vittorio dai torinesi) è una delle piazze più importanti di Torino, posta nel centro storico della città. Si trova al termine di Via Po, a ridosso del fiume Po, chiudendosi sul ponte Vittorio Emanuele I che la collega alla piazza della Chiesa della Gran Madre di Dio e con il quartiere di Borgo Po. Si estende su un'area di circa 39.960 m² (360 metri di lunghezza e 111 metri di larghezza massimi). È molto diffusa, soprattutto tra i torinesi, l'idea che sia la piazza più grande d'Europa. In realtà si tratta di un'inesattezza. L'errore nasce dal fatto Piazza Vittorio Veneto detiene effettivamente questo record, ma solo considerando le piazze dotate di portici. La piazza è notoriamente luogo di ritrovo e aggregazione giovanile, soprattutto a partire dal 2006, quando la riqualificazione dovuta alle Olimpiadi invernali di Torino ha trasformato i parcheggi della piazza in aree pedonali. Sono moltissimi i locali che vi si affacciano direttamente, molto frequentati soprattutto durante le sere dei fine settimana.
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Piazza Vittorio Veneto
Piazza Vittorio Veneto
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Piazza Vittorio Veneto (detta semplicemente piazza Vittorio dai torinesi) è una delle piazze più importanti di Torino, posta nel centro storico della città. Si trova al termine di Via Po, a ridosso del fiume Po, chiudendosi sul ponte Vittorio Emanuele I che la collega alla piazza della Chiesa della Gran Madre di Dio e con il quartiere di Borgo Po. Si estende su un'area di circa 39.960 m² (360 metri di lunghezza e 111 metri di larghezza massimi). È molto diffusa, soprattutto tra i torinesi, l'idea che sia la piazza più grande d'Europa. In realtà si tratta di un'inesattezza. L'errore nasce dal fatto Piazza Vittorio Veneto detiene effettivamente questo record, ma solo considerando le piazze dotate di portici. La piazza è notoriamente luogo di ritrovo e aggregazione giovanile, soprattutto a partire dal 2006, quando la riqualificazione dovuta alle Olimpiadi invernali di Torino ha trasformato i parcheggi della piazza in aree pedonali. Sono moltissimi i locali che vi si affacciano direttamente, molto frequentati soprattutto durante le sere dei fine settimana.

Drinks & Nightlife

Fu aperto nel 1903 dal suo estroso fondatore, che con grande coraggio e intraprendenza volle entrare in competizione con gli altri caffè storici che si affacciano sulla superba Piazza San Carlo. E ne fece subito un salotto. I marmi pregiati, i medaglioni dipinti, il lungo bancone di legno e marmo finemente sbalzato, la sontuosa e armoniosa scala, le dorate specchiere: tutto fu concepito all’insegna del gusto dell’epoca, che si traduce ancora oggi in un buon gusto che non ha tempo. Che non ah tempo e non conosce oblio. Storia, cultura e mondanità hanno trovato nel Caffè Torino la cornice ideale per esprimersi al meglio. Illustri i frequentatori: da Pavese a Einaudi a De Gasperi. Ma anche i miti dei scintillanti Anni ’50 amavano fare sosta qui: James Stewart, la conturbante Ava Gardner ai tempi del suo amore per Walter Chiari, la splendida Brigitte Bardot. E ancora, l’indimenticabile Erminio Macario. Salvo per miracolo dalle incursioni inglesi del Novembre ’42, il Caffè Torino conobbe proprio in quegli esaltanti Anni ’50 una nuova stagione di “glamour”, dopo il grigiore dilagante della Guerra. Precorrendo di cinquant’anni un rito che sta tornando di moda, in quel periodo si poteva fruire del “dehors” anche in inverno, grazie al riscaldamento a raggi infrarossi. Fermarsi a contemplare le vetrine del Caffè Torino è una piacevole abitudine per i Torinesi e una sorprendente sosta per i turisti. Esattamente come un secolo fa, fanno mostra di sé bonbon e gianduiotti su vassoi d’argento, specialità sopraffine confezionate dalle abili mani dei maestri confettieri e pasticcieri. E poi... l’apoteosi a Natale e Pasqua, quando i dolci tipici diventano autentiche opere d’arte e finiscono, addirittura, sulle pagine di “Life”. Oggi il Caffè Torino ha quasi cento anni e li porta davvero bene con i suoi arredi originali e i suoi pezzi rari intatti nel tempo. Come intatta è rimasta la qualità e la cura delle sue ricette esclusive, da cui scaturiscono prelibatezze uniche. Persino la più semplice cioccolata calda, qui, sa dare qualcosa di più. Il Caffè Torino, un’ode al gusto in tutti i sensi, oggi si arricchisce di un elegante ristorante. Per tutti coloro che, dopo la colazione, ancora non sazi di quell’irrresistibile fascino Belle Epoque, ancora non paghi di aver degustato deliziose chicche, tornano per un pranzo raffinato, in un’atmosfera unica che non finisce mai di stupire e attrarre.
20 當地人推薦
CHANEL TORINO
2 Via Giuseppe Luigi Lagrange
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Fu aperto nel 1903 dal suo estroso fondatore, che con grande coraggio e intraprendenza volle entrare in competizione con gli altri caffè storici che si affacciano sulla superba Piazza San Carlo. E ne fece subito un salotto. I marmi pregiati, i medaglioni dipinti, il lungo bancone di legno e marmo finemente sbalzato, la sontuosa e armoniosa scala, le dorate specchiere: tutto fu concepito all’insegna del gusto dell’epoca, che si traduce ancora oggi in un buon gusto che non ha tempo. Che non ah tempo e non conosce oblio. Storia, cultura e mondanità hanno trovato nel Caffè Torino la cornice ideale per esprimersi al meglio. Illustri i frequentatori: da Pavese a Einaudi a De Gasperi. Ma anche i miti dei scintillanti Anni ’50 amavano fare sosta qui: James Stewart, la conturbante Ava Gardner ai tempi del suo amore per Walter Chiari, la splendida Brigitte Bardot. E ancora, l’indimenticabile Erminio Macario. Salvo per miracolo dalle incursioni inglesi del Novembre ’42, il Caffè Torino conobbe proprio in quegli esaltanti Anni ’50 una nuova stagione di “glamour”, dopo il grigiore dilagante della Guerra. Precorrendo di cinquant’anni un rito che sta tornando di moda, in quel periodo si poteva fruire del “dehors” anche in inverno, grazie al riscaldamento a raggi infrarossi. Fermarsi a contemplare le vetrine del Caffè Torino è una piacevole abitudine per i Torinesi e una sorprendente sosta per i turisti. Esattamente come un secolo fa, fanno mostra di sé bonbon e gianduiotti su vassoi d’argento, specialità sopraffine confezionate dalle abili mani dei maestri confettieri e pasticcieri. E poi... l’apoteosi a Natale e Pasqua, quando i dolci tipici diventano autentiche opere d’arte e finiscono, addirittura, sulle pagine di “Life”. Oggi il Caffè Torino ha quasi cento anni e li porta davvero bene con i suoi arredi originali e i suoi pezzi rari intatti nel tempo. Come intatta è rimasta la qualità e la cura delle sue ricette esclusive, da cui scaturiscono prelibatezze uniche. Persino la più semplice cioccolata calda, qui, sa dare qualcosa di più. Il Caffè Torino, un’ode al gusto in tutti i sensi, oggi si arricchisce di un elegante ristorante. Per tutti coloro che, dopo la colazione, ancora non sazi di quell’irrresistibile fascino Belle Epoque, ancora non paghi di aver degustato deliziose chicche, tornano per un pranzo raffinato, in un’atmosfera unica che non finisce mai di stupire e attrarre.

Food Scene

Storico locale, simbolo della caffetteria e ristorazione in città
Neuv Caval 'd Brôns
155 P.za S. Carlo
Storico locale, simbolo della caffetteria e ristorazione in città
All’interno del quartiere più conosciuto di Torino in una elegante cornice novecentesca l’atmosfera tiepida dei mattoni di Bottega Baretti scalda le cene invernali di San Salvario. In estate il ristorante si apre alla strada, i muri si mescolano tra interno e esterno e il viavai delle passeggiate di via Baretti arricchisce di vita la cena dei clienti.
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Bottega Baretti
28 Via Sant'Anselmo
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All’interno del quartiere più conosciuto di Torino in una elegante cornice novecentesca l’atmosfera tiepida dei mattoni di Bottega Baretti scalda le cene invernali di San Salvario. In estate il ristorante si apre alla strada, i muri si mescolano tra interno e esterno e il viavai delle passeggiate di via Baretti arricchisce di vita la cena dei clienti.

Essentials

Aperto 7 giorni su 7, 24 ore al giorno
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Carrefour Market - Supermarket
82 Via Gorizia
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Aperto 7 giorni su 7, 24 ore al giorno

Arts & Culture

Idromassaggi, saune, bagno a vapore e sale relax. QC Termetorino, un angolo di pace e benessere nel cuore della tua città. Aperitivo tutti i giorni dalle 18:30 alle 20:00
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QC Termetorino
77 Corso Vittorio Emanuele II
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