Il percorso delle case-museo di Palermo

Ginevra
Il percorso delle case-museo di Palermo

Il percorso delle case-museo di Palermo

La casa museo è il luogo dove qualcuno ha abitato e che porta ancora i segni e le forme della cultura e della società a cui quel qualcuno è appartenuto, raccontano storie personali e sociali, dinastiche ed economiche, collezionistiche e imprenditoriali, con un linguaggio che appartiene a tutti, appunto quello dell’abitare.
Il Palazzo è uno dei pochi esempi di casa-museo a mostrare pressoché intatti i suoi arredi originali, a testimonianza dello stile di vita di una delle più antiche ed importanti famiglie aristocratiche dell’isola, i Lanza Filangieri principi di Mirto. L’edificio è il risultato di numerose trasformazioni che si sono succedute nei secoli: del palazzo seicentesco è rimasto poco perché nel 1793 l’edificio venne radicalmente trasformato, con la risistemazione dell’intero primo piano e la realizzazione del prospetto sulla via Lungarini e del portale sulla via Merlo. Altri rimaneggiamenti furono eseguiti nel corso dell’800 a causa di nuove esigenze abitative susseguenti il matrimonio di Vittoria Filangeri con Ignazio Lanza avvenuto nel 1830. Nei corpi bassi dell’edificio erano allocate le scuderie, le rimesse per le carrozze, le cucine, i magazzini per le derrate alimentari ed altri locali destinati a depositi. Il primo piano, presenta una sequenza di ambienti sontuosamente arredati, che si susseguono uno dopo l’altro: la sala del Novelli, il salotto detto del Salvator Rosa, tutta una serie di salotti denominati dai colori rosa, giallo, verde e culminanti nel Salone del Baldacchino e nel Salone degli Arazzi. In quest’ultimo si svolgevano le feste e tutte le cerimonie ufficiali della famiglia e che tendevano ad esaltare l’eccellenza del casato. Il secondo piano del palazzo era destinato alla vita quotidiana della famiglia, si compone di stanze più intime: la camera da letto dei principi, la sala da pranzo, due biblioteche ed una sequenza di studi e salotti. Nel 1982, l’ultima erede della famiglia, la nobildonna Maria Concetta Lanza Filangeri, adempiendo alle volontà del fratello Stefano, donò il palazzo alla Regione Sicilia affinché fosse mantenuto nella sua integrità e aperto alla pubblica fruizione. Indirizzo: Palermo, Via Merlo 2 (piazza Marina) Orari e prezzi: Il museo è aperto dal martedi al sabato dalle 09.00 alle 18.00 La domenica e festivi dalle 09.00 alle 13.00 Lunedì chiuso 6 euro (biglietto per il Palazzo), 10 euro (biglietto cumulativo per l’Oratorio dei bianchi, Palazzo Mirto e Galleria Abatellis), gratuito (studenti universitari iscritti a facoltà Artistiche e Umanistiche). L’ingresso è gratuito per tutti i visitatori la prima domenica di ogni mese.
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Museo Palazzo Mirto House 博物館
2 Via Merlo
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Il Palazzo è uno dei pochi esempi di casa-museo a mostrare pressoché intatti i suoi arredi originali, a testimonianza dello stile di vita di una delle più antiche ed importanti famiglie aristocratiche dell’isola, i Lanza Filangieri principi di Mirto. L’edificio è il risultato di numerose trasformazioni che si sono succedute nei secoli: del palazzo seicentesco è rimasto poco perché nel 1793 l’edificio venne radicalmente trasformato, con la risistemazione dell’intero primo piano e la realizzazione del prospetto sulla via Lungarini e del portale sulla via Merlo. Altri rimaneggiamenti furono eseguiti nel corso dell’800 a causa di nuove esigenze abitative susseguenti il matrimonio di Vittoria Filangeri con Ignazio Lanza avvenuto nel 1830. Nei corpi bassi dell’edificio erano allocate le scuderie, le rimesse per le carrozze, le cucine, i magazzini per le derrate alimentari ed altri locali destinati a depositi. Il primo piano, presenta una sequenza di ambienti sontuosamente arredati, che si susseguono uno dopo l’altro: la sala del Novelli, il salotto detto del Salvator Rosa, tutta una serie di salotti denominati dai colori rosa, giallo, verde e culminanti nel Salone del Baldacchino e nel Salone degli Arazzi. In quest’ultimo si svolgevano le feste e tutte le cerimonie ufficiali della famiglia e che tendevano ad esaltare l’eccellenza del casato. Il secondo piano del palazzo era destinato alla vita quotidiana della famiglia, si compone di stanze più intime: la camera da letto dei principi, la sala da pranzo, due biblioteche ed una sequenza di studi e salotti. Nel 1982, l’ultima erede della famiglia, la nobildonna Maria Concetta Lanza Filangeri, adempiendo alle volontà del fratello Stefano, donò il palazzo alla Regione Sicilia affinché fosse mantenuto nella sua integrità e aperto alla pubblica fruizione. Indirizzo: Palermo, Via Merlo 2 (piazza Marina) Orari e prezzi: Il museo è aperto dal martedi al sabato dalle 09.00 alle 18.00 La domenica e festivi dalle 09.00 alle 13.00 Lunedì chiuso 6 euro (biglietto per il Palazzo), 10 euro (biglietto cumulativo per l’Oratorio dei bianchi, Palazzo Mirto e Galleria Abatellis), gratuito (studenti universitari iscritti a facoltà Artistiche e Umanistiche). L’ingresso è gratuito per tutti i visitatori la prima domenica di ogni mese.
Nell'itinerario delle case museo, questo palazzo è certamente uno dei più belli e centrali. Situato a piazza Bologni, a metà strada tra i Quattro Canti e la Cattedrale. Il palazzo sorge sui resti di due precedenti palazzetti di proprietà di Don Aloisio Beccadelli di Bologna. Alle origini bolognesi della facoltosa famiglia Beccadelli si deve, infatti, il nome dell’antistante Piazza Bologni. Nel 1752, in concomitanza delle nozze di Fabrizio Alliata con Maria Felice Colonna, si decise di avviare grandi lavori di ampliamento del precedente edificio. La facciata fu totalmente rifatta e impreziosita da quattro statue in marmo raffiguranti Apollo, una figura femminile panneggiata di epoca romana, Vesta e Diana. Si conservano ancora i due grandi stemmi in stucco delle famiglie Alliata – De Giovanni – Paruta – Colonna e Morra di scuola serpottiana, riprodotti fedelmente anche nel pavimento maiolicato del Salone dello Stemma al piano nobile. Ai primi decenni del 1800 si devono gli interventi in stile neoclassico, apportati per volontà di Giuseppe Alliata e della moglie Agata Valguarnera. In particolare, questi lavori interessarono le alcove, il Salone Rosa, il Salone Giallo e la facciata. Ulteriori sistemazioni in chiave neogotica vennero infine effettuati tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo (il portale d’ingresso al Piano Nobile, lo scalone con la bella porta-vetrata e la Sala dei Musici). Orari e prezzi Orario estivo: da venerdì a lunedì dalle ore 10:30 alle ore 18:00 (ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura). Orario invernale: sabato e domenica dalle ore 10:30 alle ore 17:00 (ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura) Biglietto intero: € 4,00 Biglietto ridotto: € 3,00 Circuito del Sacro, ragazzi sotto i 10 anni, convenzionati con il Circuito dell’Eccellenza e il Circuito del Sacro; APC Gold Card
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Palazzo Alliata di Villafranca
20 Piazza Bologni
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Nell'itinerario delle case museo, questo palazzo è certamente uno dei più belli e centrali. Situato a piazza Bologni, a metà strada tra i Quattro Canti e la Cattedrale. Il palazzo sorge sui resti di due precedenti palazzetti di proprietà di Don Aloisio Beccadelli di Bologna. Alle origini bolognesi della facoltosa famiglia Beccadelli si deve, infatti, il nome dell’antistante Piazza Bologni. Nel 1752, in concomitanza delle nozze di Fabrizio Alliata con Maria Felice Colonna, si decise di avviare grandi lavori di ampliamento del precedente edificio. La facciata fu totalmente rifatta e impreziosita da quattro statue in marmo raffiguranti Apollo, una figura femminile panneggiata di epoca romana, Vesta e Diana. Si conservano ancora i due grandi stemmi in stucco delle famiglie Alliata – De Giovanni – Paruta – Colonna e Morra di scuola serpottiana, riprodotti fedelmente anche nel pavimento maiolicato del Salone dello Stemma al piano nobile. Ai primi decenni del 1800 si devono gli interventi in stile neoclassico, apportati per volontà di Giuseppe Alliata e della moglie Agata Valguarnera. In particolare, questi lavori interessarono le alcove, il Salone Rosa, il Salone Giallo e la facciata. Ulteriori sistemazioni in chiave neogotica vennero infine effettuati tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo (il portale d’ingresso al Piano Nobile, lo scalone con la bella porta-vetrata e la Sala dei Musici). Orari e prezzi Orario estivo: da venerdì a lunedì dalle ore 10:30 alle ore 18:00 (ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura). Orario invernale: sabato e domenica dalle ore 10:30 alle ore 17:00 (ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura) Biglietto intero: € 4,00 Biglietto ridotto: € 3,00 Circuito del Sacro, ragazzi sotto i 10 anni, convenzionati con il Circuito dell’Eccellenza e il Circuito del Sacro; APC Gold Card
La costruzione di Palazzo Asmundo risale al 1615. Iniziata da un certo dottor Baliano sull’antica “strada del Cassaro” (corso Vittorio Emanuele). Nella seconda metà dell’ottocento la proprietà del palazzo transitò dagli Asmundo Paternò alla famiglia Siracusa (si deve a loro l’aggiunta di una terza elevazione che tuttavia non ha alterato l’equilibrio e l’armonia delle proporzioni dell’antica fabbrica). Dopo qualche anno avvenne la trasformazione in albergo, che aprì i battenti sotto il nome di Hotel Rebecchino. L’edificio con le sue malte, gli stucchi di scuola serpottiana, gli scuri veneziani e le porte barocche, gli affreschi con allegorie di Gioacchino Martorana, l’alcova settecentesca, rappresenta un vero e proprio scrigno d’arte rendendo ancora più preziose “le sue collezioni”: i quadri, le cassapanche maritali del XVI e XVII secolo; nonché le ceramiche siciliane, i mattoni di censo, le porcellane napoletane e francesi, i vasi, i ventagli, i ricami, le armi, la copiosa documentazione cartografica e numismatica che arricchiscono volta per volta le esposizioni, ripropongono quella “Palermo Felicissima” tanto osannata dai “viaggiatori” di allora. Orari e prezzi: Il palazzo è aperto dal giovedì alla domenica dalle 10:00 alle 16:00. Apertura serale con ingresso al museo con prenotazione obbligatoria Euro 20,00. E’ possibile fare una visita guidata individuale e/o piccoli gruppi solo su prenotazione: 20 €. Intero: 6 € Ridotto: 4 € per gruppi di minimo 25 persone, maggiori di 60 anni, soci Touring Club Italiano, soci FAI, altre categorie convenzionate, visitatori tra i 12 e i 18 anni, studenti universitari. Gratuito: minori di 11 anni, un accompagnatore per gruppo, due accompagnatori per scolaresca, disabili e accompagnatore di disabili che presentino necessità.
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Palazzo Asmundo Museum
3 Via Pietro Novelli
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La costruzione di Palazzo Asmundo risale al 1615. Iniziata da un certo dottor Baliano sull’antica “strada del Cassaro” (corso Vittorio Emanuele). Nella seconda metà dell’ottocento la proprietà del palazzo transitò dagli Asmundo Paternò alla famiglia Siracusa (si deve a loro l’aggiunta di una terza elevazione che tuttavia non ha alterato l’equilibrio e l’armonia delle proporzioni dell’antica fabbrica). Dopo qualche anno avvenne la trasformazione in albergo, che aprì i battenti sotto il nome di Hotel Rebecchino. L’edificio con le sue malte, gli stucchi di scuola serpottiana, gli scuri veneziani e le porte barocche, gli affreschi con allegorie di Gioacchino Martorana, l’alcova settecentesca, rappresenta un vero e proprio scrigno d’arte rendendo ancora più preziose “le sue collezioni”: i quadri, le cassapanche maritali del XVI e XVII secolo; nonché le ceramiche siciliane, i mattoni di censo, le porcellane napoletane e francesi, i vasi, i ventagli, i ricami, le armi, la copiosa documentazione cartografica e numismatica che arricchiscono volta per volta le esposizioni, ripropongono quella “Palermo Felicissima” tanto osannata dai “viaggiatori” di allora. Orari e prezzi: Il palazzo è aperto dal giovedì alla domenica dalle 10:00 alle 16:00. Apertura serale con ingresso al museo con prenotazione obbligatoria Euro 20,00. E’ possibile fare una visita guidata individuale e/o piccoli gruppi solo su prenotazione: 20 €. Intero: 6 € Ridotto: 4 € per gruppi di minimo 25 persone, maggiori di 60 anni, soci Touring Club Italiano, soci FAI, altre categorie convenzionate, visitatori tra i 12 e i 18 anni, studenti universitari. Gratuito: minori di 11 anni, un accompagnatore per gruppo, due accompagnatori per scolaresca, disabili e accompagnatore di disabili che presentino necessità.
Sorto nel 1783 nella campagna palermitana come dimora del non nobile Ignazio Barone, il quale ha partecipato all’ampliamento urbanistico della città effettuato nel 1778. All’interno troviamo decorazioni di importanti esponenti del panorama artistico del settecento e del periodo Liberty; si possono apprezzare i lavori di Giuseppe Velasco, Giuseppe Patania, Natale Carta, Ernesto Basile, Giuseppe Enea, Rocco Lentini e Luigi di Giovanni. Ernesto Basile, oltre alla facciata e ai due grandi atri, disegnò i mobili della sala d’ingresso e le vetrine dove sono esposti i vestiti delle dame e dei nobiluomini della famiglia. Arredò anche la galleria dipinta da Giuseppe Enea, esempio di uno dei più bei floreali del Liberty palermitano. Le volte dei salotti ad angolo furono affrescate da Rocco Lentini, Luigi Di Giovanni e Giuseppe Enea. Ma l’atmosfera degli ultimi Gattopardi siciliani si rivive entrando nella biblioteca Majorchiana disegnata dal Basile. Per visitarlo occorre contattare l’associazione Cultura Itiner’ars che organizzano Tour al palazzo con una quota di partecipazione per gli adulti di 15 euro a persona, gratuito per i bambini fino a 12 anni. Gli orari di apertura sono dal mercoledì al venerdì dalle ore 16.00 – ore 19.00; il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 13.00. La visita a Palazzo sarà confermata al raggiungimento di un minimo di 20 partecipanti. Durata: 1 ora 1/2 circa.
Palazzo Francavilla
8 Via Ruggero Settimo
Sorto nel 1783 nella campagna palermitana come dimora del non nobile Ignazio Barone, il quale ha partecipato all’ampliamento urbanistico della città effettuato nel 1778. All’interno troviamo decorazioni di importanti esponenti del panorama artistico del settecento e del periodo Liberty; si possono apprezzare i lavori di Giuseppe Velasco, Giuseppe Patania, Natale Carta, Ernesto Basile, Giuseppe Enea, Rocco Lentini e Luigi di Giovanni. Ernesto Basile, oltre alla facciata e ai due grandi atri, disegnò i mobili della sala d’ingresso e le vetrine dove sono esposti i vestiti delle dame e dei nobiluomini della famiglia. Arredò anche la galleria dipinta da Giuseppe Enea, esempio di uno dei più bei floreali del Liberty palermitano. Le volte dei salotti ad angolo furono affrescate da Rocco Lentini, Luigi Di Giovanni e Giuseppe Enea. Ma l’atmosfera degli ultimi Gattopardi siciliani si rivive entrando nella biblioteca Majorchiana disegnata dal Basile. Per visitarlo occorre contattare l’associazione Cultura Itiner’ars che organizzano Tour al palazzo con una quota di partecipazione per gli adulti di 15 euro a persona, gratuito per i bambini fino a 12 anni. Gli orari di apertura sono dal mercoledì al venerdì dalle ore 16.00 – ore 19.00; il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 13.00. La visita a Palazzo sarà confermata al raggiungimento di un minimo di 20 partecipanti. Durata: 1 ora 1/2 circa.
Il Villino Florio all’Olivuzza fu commissionato dalla famiglia Florio al celebre architetto palermitano Ernesto Basile. Concepito come un divertissement, ossia come una eccentrica variante rispetto alle più austere abitazioni palermitane dei Florio, il Villino fu ideato e progettato fra il 1900 e il 1901 e costruito a poca distanza dal palazzo normanno della Zisa, quale “padiglione di delizia” in mezzo ad un parco romantico di vaste dimensioni di cui oggi purtroppo rimane solo una piccola parte. Considerato una delle prime opere moderniste d’Italia, il Villino rispecchiò soprattutto il gusto del destinatario, il giovane Vincenzo Florio. Essendo Florio un uomo d’attitudine cosmopolita e amante dei viaggi, l’architetto Basile sembra aver voluto riecheggiarne il carattere in questa opera, inserendo nella struttura quasi le tappe di un itinerario: dalle ricurve superfici d’ispirazione barocca, alle capriate di impronta nordica, dalle torrette cilindriche che evocano i castelli francesi alle colonnine romaniche, ai bugnati rinascimentali, il tutto sapientemente fuso in un originale capolavoro di eclettismo. Terminati i fasti della famiglia Florio, il Villino cadde in disuso subendo nel 1962 un devastante incendio di probabile origine dolosa: l’edificio sopravvisse ma riportò molteplici danni soprattutto negli interni con i preziosi arredi disegnati dallo stesso architetto Basile e i dipinti ed affreschi di Ettore De Maria Bergler (1850-1938) e Giuseppe Enea (1853-1906). La Soprintendenza per i Beni Culturali di Palermo ne ha curato il restauro filologico aprendolo ai visitatori dal dicembre del 2010 e oggi è una delle sedi di rappresentanza della Regione Siciliana...peccato per il verdeggiante giardino, oggi non più visibile, dopo l'ultimo restauro. Orari e prezzi: Da martedi a sabato dalle 9.00 alle 13.00 (chiusura biglietteria 30 minuti prima). Lunedì chiuso Ingresso gratuito
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維利諾·弗洛里奧
38 Viale Regina Margherita
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Il Villino Florio all’Olivuzza fu commissionato dalla famiglia Florio al celebre architetto palermitano Ernesto Basile. Concepito come un divertissement, ossia come una eccentrica variante rispetto alle più austere abitazioni palermitane dei Florio, il Villino fu ideato e progettato fra il 1900 e il 1901 e costruito a poca distanza dal palazzo normanno della Zisa, quale “padiglione di delizia” in mezzo ad un parco romantico di vaste dimensioni di cui oggi purtroppo rimane solo una piccola parte. Considerato una delle prime opere moderniste d’Italia, il Villino rispecchiò soprattutto il gusto del destinatario, il giovane Vincenzo Florio. Essendo Florio un uomo d’attitudine cosmopolita e amante dei viaggi, l’architetto Basile sembra aver voluto riecheggiarne il carattere in questa opera, inserendo nella struttura quasi le tappe di un itinerario: dalle ricurve superfici d’ispirazione barocca, alle capriate di impronta nordica, dalle torrette cilindriche che evocano i castelli francesi alle colonnine romaniche, ai bugnati rinascimentali, il tutto sapientemente fuso in un originale capolavoro di eclettismo. Terminati i fasti della famiglia Florio, il Villino cadde in disuso subendo nel 1962 un devastante incendio di probabile origine dolosa: l’edificio sopravvisse ma riportò molteplici danni soprattutto negli interni con i preziosi arredi disegnati dallo stesso architetto Basile e i dipinti ed affreschi di Ettore De Maria Bergler (1850-1938) e Giuseppe Enea (1853-1906). La Soprintendenza per i Beni Culturali di Palermo ne ha curato il restauro filologico aprendolo ai visitatori dal dicembre del 2010 e oggi è una delle sedi di rappresentanza della Regione Siciliana...peccato per il verdeggiante giardino, oggi non più visibile, dopo l'ultimo restauro. Orari e prezzi: Da martedi a sabato dalle 9.00 alle 13.00 (chiusura biglietteria 30 minuti prima). Lunedì chiuso Ingresso gratuito
La villa Malfitano sorge alla fine di via Dante nei pressi di piazza Principe di Camporeale. Fu voluta da Joseph Whitaker, figura di spicco della ricca borghesia imprenditoriale dell’epoca, discendente da una facoltosa famiglia di origini inglesi, stabilitasi in Sicilia nella seconda metà del settecento. Tra il 1885 e il 1889, l’architetto palermitano cavalier Ignazio Greco d’Onofrio realizzò la villa, che si innalza al centro di una vasta area verde, un parco esotico grande circa 7 ettari a cui il ricco committente dedicò particolari attenzioni, arricchendolo di piante provenienti da tutto il mondo. L' impianto è strutturato su tre elevazioni più un seminterrato. Varcato il porticato si accede al vestibolo da cui si arriva al lungo corridoio centrale con i soffitti affrescati in stile pompeiano e magnifiche decorazioni parietali dove, preziosi dipinti, raffinati oggetti d’arte, cineserie, specchiere e sculture presenti in questo corridoio, danno, ai visitatori, l’ impressione di essere entrati in un piccolo museo. Un vero gioiello, dove tutto è rimasto come ai tempi dei Whitaker, i dipinti, gli arazzi, i salotti, i mobili intarsiati, le specchiere, i lampadari in vetro di Murano, i tappeti orientali, le vetrine con preziose collezioni di porcellane e oggetti d’arte di straordinaria fattura. Ogni stanza ha la sua particolarità e tutto è studiato nei minimi particolari: ai lati del corridoio troviamo bellissimi saloni ricchi di affreschi che si snodano uno dopo l’altro, in sintonia con l’uso a cui erano adibiti. Infine la splendida “Sala d’Estate”, completamente affrescata a trompe-l’oeil, da Ettore De Maria Bergler e la sua équipe. Orari e prezzi: Da lunedì a sabato, ore 9:00-17.00; domenica solo su prenotazione Ingresso 6 euro (intero, solo primo piano), 9 euro (intero, incluso piano superiore), 3 euro (ridotto under 18 primo piano), 6 euro (under 18 incluso piano superiore).
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維拉馬爾菲塔諾·惠特克
167 Via Dante Alighieri
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La villa Malfitano sorge alla fine di via Dante nei pressi di piazza Principe di Camporeale. Fu voluta da Joseph Whitaker, figura di spicco della ricca borghesia imprenditoriale dell’epoca, discendente da una facoltosa famiglia di origini inglesi, stabilitasi in Sicilia nella seconda metà del settecento. Tra il 1885 e il 1889, l’architetto palermitano cavalier Ignazio Greco d’Onofrio realizzò la villa, che si innalza al centro di una vasta area verde, un parco esotico grande circa 7 ettari a cui il ricco committente dedicò particolari attenzioni, arricchendolo di piante provenienti da tutto il mondo. L' impianto è strutturato su tre elevazioni più un seminterrato. Varcato il porticato si accede al vestibolo da cui si arriva al lungo corridoio centrale con i soffitti affrescati in stile pompeiano e magnifiche decorazioni parietali dove, preziosi dipinti, raffinati oggetti d’arte, cineserie, specchiere e sculture presenti in questo corridoio, danno, ai visitatori, l’ impressione di essere entrati in un piccolo museo. Un vero gioiello, dove tutto è rimasto come ai tempi dei Whitaker, i dipinti, gli arazzi, i salotti, i mobili intarsiati, le specchiere, i lampadari in vetro di Murano, i tappeti orientali, le vetrine con preziose collezioni di porcellane e oggetti d’arte di straordinaria fattura. Ogni stanza ha la sua particolarità e tutto è studiato nei minimi particolari: ai lati del corridoio troviamo bellissimi saloni ricchi di affreschi che si snodano uno dopo l’altro, in sintonia con l’uso a cui erano adibiti. Infine la splendida “Sala d’Estate”, completamente affrescata a trompe-l’oeil, da Ettore De Maria Bergler e la sua équipe. Orari e prezzi: Da lunedì a sabato, ore 9:00-17.00; domenica solo su prenotazione Ingresso 6 euro (intero, solo primo piano), 9 euro (intero, incluso piano superiore), 3 euro (ridotto under 18 primo piano), 6 euro (under 18 incluso piano superiore).