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Miniera del Capannaccio

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August 29, 2021
Sogliano al Rubicone MINIERA DI CARBONE Risale al 1780 la prima scoperta del carbone fossile di Sogliano al Rubicone con l’esplorazione in loco del celebre abate professore Giovanni Antonio Battarra di Rimini e del suo alunno il dottore Gaetano Marcosanti di Sogliano. Una vicenda molto importante per il territorio soglianese e non solo, perchè lasciava intravvedere una grande risorsa economica non solo per il territorio, ma anche per lo Stato Pontificio. La prima scoperta avvenne in località Ripa Rossa di Tampanale, a ponente del paese verso la sponda di levante del Rubicone. Qui furono rilevate quantità importanti di carbon fossile. Un’altra grande vena di questo minerale venne subito dopo scoperta nella zona della Cioca, ma la vena più importante di lignite era a ‘Ripa Rossa della Piana’, sita dopo l’abitato di Sogliano. Altre vene di carbon fossile furono scoperte a San Giovanni in Galilea. In seguito giacimenti furono scoperti a Montegelli e a Montetiffi. La miniera vera e propria cominciò a essere attiva quando il conte Fantuzzi di Gualdo di Longiano nel 1788 scrisse di questa scoperta e nel 1789 diede inzio ai lavori. La corposa ricerca è stata fatta da Elio Raboni di Savignano, appassionato studioso della storia della Valle del Rubicone e consigliere della Accademia dei Filopatridi di Savignano. Quando iniziò a operare fattivamente la miniera? L’avvio dei lavori non fu facile fra difficoltà tecniche, economiche e malevoli critiche che arrivavano dall’opinione pubblica che non credeva nella utilità della lignite, un carbone di terra povero e non facile da usare. Ma la miniera venne realizzata dal Fantuzzi con grande spesa e, per potere traferire la lignite nei vicini porti di Cesenatico e Rimini, costruì la strada da Sogliano a San Giovanni in Compito, l’attuale Fondovalle Rubicone, per potere arrivare sull’antica via Emilia. Nel 1790 si cominciò a estrarre, dando lavoro a tante famiglie del posto. Fino a quando fu operativa? Si estrasse fino al 1799 con alterne fortune. Venne abbandonata e quasi dimenticata, sotto il governo napoleonico, per poi ripartire nel 1812 fino al nuovo abbandono nel 1866. Fu quella la fine della miniera? No. Rimase inattiva 40 anni, fino all’inizio della Prima guerra mondiale. Nel 1916 l’enorme richiesta di materie prime per supportare il grande sforzo bellico della Nazione indusse a riaprire le miniere del Capannaccio, Carbone, Montegelli e Montetiffi. Certamente la lignite era importante, ma probabilmente dietro a questa riapertura ci fu anche l’interesse delle autorità locali e la richiesta delle famiglie di tenere così i soglianesi a casa e non mandarli in guerra, tanto allo Stato erano ugualmente utili. Nel 1924 la nuova chiusura e l’abbadono. Fu la fine delle miniere di lignite? No, neppure questa volta ci fu la chiusura defintiva. Nel 1938 Benito Mussolini andò in visita a Sogliano e, considerando che l’Italia era sotto sanzione di materie prime da parte di tutte le potenze d‘Europa, si interessò alle miniere soglianesi e le fece riaprire attraverso la società ‘Carboni di Romagna’ che iniziò i lavori al Capannaccio, scoprendo importanti nuovi giacimenti carboniferi. Finita la guerra le miniere chiusero definitivamente. Cosa resta oggi? Visivamente nulla. Sulle miniere di carbon fossile di Sogliano resta la memoria degli anziani e pubblicazioni fra le quali quella dello studioso soglianese Pierluigi Sacchini con allegata una copia originale anastatica della mappa delle miniere di Sogliano.
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地點
Sogliano al Rubicone, Emilia-Romagna